Il cucchiaio non esiste.

E ho dubbi anche su tutto il resto.

"Dividiamo i sassi per colore, forma e dimensione..."


Sabato scorso ho approfittato della serata libera dal lavoro per godermela un po’, così sono uscito con amici, per approdare alla chiusura del Vintage Disco ad Arco. Vorrei ringraziare lo staff (o almeno quelli che conosco) per la cordialità ai “colleghi”, reputandomi tale. Ringrazio sopratutto il mitico Cris: per i partitoni a Virtua Strike 4 al Bar Centrale di Arco, fra mille espulsioni, finali ai rigori con l’insensato risultato di parità e l’autogoal più bello del mondo; per l’aver passato la serata vestiti con camicia nera, cravatta bianca e RayBan, a cantare canzoni che non c’entravano nulla fumando appena fuori dalla disco; per l’essersi divertito nonostante i suoi problemi che subirebbe meglio se mi ascoltasse… Ringrazio anche il mio amico Fra (o Frankino che dir si voglia) perché era forse la prima volta che uscivamo, senza dover lavorare, bevendo un paio di bicchieri per stare allegri (di solito si lavora e non si beve mai). E poi li ringrazio insieme: per l’essere andati alle 5.30 del mattino alla Spiaggia dei Sabbioni di Riva del Garda, ridendo come gli idioti per il classico ciclista della comenica tutto vestito da Ivan Basso a quell’ora dopo avergli detto “Attento!!! Ti girano le ruote!!!”; per il lancio dei sassi piatti sul pelo del lago, ma più che altro per averli trovati; per l’iniziativa del Cris, “dividiamo i sassi per colore, forma e dimensione”, che quasi iniziavamo davvero a fare. Colonna sonora della serata è stata il pezzo che nel 1994 vinse “Un disco per l’estate”: è “L’ultimo bicchiere” di Nikki (bravo musicista e tuttora DJ a Radio Deejay con ”Tropical Pizza”), scritta da Max Pezzali, che è guest star nel pezzo, e inserita nell’album “Rock normale”. Nonostante questa divagazione dovuta alla mia deformazione professionale, questa canzone è troppo stilosa! Ecco il testo, e apprezzate…: Dentro al buio del locale musica che è sempre uguale, / luci basse che mi danno un po’ fastidio… / quelle gambe un po’ intriganti con le calze trasparenti, / qui si fanno tutte belle ma chissà per chi. / Forse io dovrei andare, quasi l’ora di dormire, / se mi guarda ancora un po’ mi sa che vado lì. / Sì ma tanto cosa dico, hai un ragazzo o un marito, / studi o fai un lavoro interessante e unico. / Io non voglio più sprecare una parola / perché il gioco proprio non lo reggo più. / Cose della serie tu sei qui da sola, sono anni che mi urtano, / mi rovinano da troppo tempo… / L’ULTIMO BICCHIERE E ME NE ANDRÒ, / CHE NON SE NE PUÒ PIÙ / DI TUTTE QUESTE STORIE FINTE CHE / SI BASANO SUI FILM MA NON TI DANNO MAI / QUALCOSA PIÙ DI UN FREDDO VUOTO. / Brutte storie, storie vere, lui che le offrirà da bere / come se non si capisse che intenzioni ha. / Forse non per amicizia e neanche con dolcezza / ma poi lei dirà tu che cos’hai capito. / Io non voglio più sprecare una parola / perché il gioco proprio non lo reggo più. / Cose della serie tu sei qui da sola, sono anni che mi urtano, / mi rovinano da troppo tempo… / (x3) L’ULTIMO BICCHIERE E ME NE ANDRÒ, / CHE NON SE NE PUÒ PIÙ / DI TUTTE QUESTE STORIE FINTE CHE / SI BASANO SUI FILM MA NON TI DANNO MAI / QUALCOSA PIÙ DI UN FREDDO VUOTO.