Il cucchiaio non esiste.

E ho dubbi anche su tutto il resto.

Scusate, ero impegnato a far finta di vivere


Qualcuno dice che social network come twitter e friendfeed hanno ammazzato i blog. Il mio sicuramente sì. Dai, ammazzato proprio no, diciamo assopito. Qualche guida qua, qualche parere su un gioco là, e poi se ne sta qui senza sporcare, alla mercè dei motori di ricerca e di quelli che arrivano qui perché la loro PS3 è svampata o non vanno d’accordo con GRUB2. È sabato sera, sono al computer. Il mondo prende e va, io sono dove sto praticamente tutto il resto della settimana. La colpa è del mal di denti. Non fraintendetemi, la mia dentista è molto brava, è la mia bocca che è incasinata. Tra il soffrire goffamente adagiato sul letto con la tavoletta portavivande Ikea riadattata a tavolino per il Dell e il lamentarmi in mezzo al caos e alla ressa di una discoteca dove sono stato invitato, beh, ho scelto l’opzione A e l’ho accesa. Da quasi un mese ho iniziato a lavorare qui, mi trovo bene. Mi sto ambientando, il prodotto in sviluppo è già abbastanza articolato e non l’ho ancora curiosato tutto come si deve. Ah, ho violato ogni mio principio etico e morale: mi sono comprato un iPod Touch 8GB. Ho elencato i santi di un paio di mesi di calendario per sincronizzarne la musica sotto Ubuntu, ma ce l’ho fatta e quando ne avrò voglia scriverò come ho fatto, non è complicato. Dovevo trovargli un nome, magari rimanendo nella mia tradizione delle navi di Matrix, ma non trovavo nulla di adatto. Poi Lisa mi ha suggerito uno strappo alla regola e così l’ho chiamato Cypher, nome del traditore della lotta degli umani al controllo delle macchine, non fa una grinza. Ora, svogliato come pochi, mi guarderò un paio di puntate di qualcosa, o qualche film, sperando di non alzarmi domattina finendo il calendario tirato in ballo prima per il male. Ouch.