Il cucchiaio non esiste.

E ho dubbi anche su tutto il resto.

Perde smalto ma è pur sempre Dexter


Serie per me ormai storica: siamo arrivati alla season 7 e non mi sono ancora stufato di seguire le vicissitudini dell’ematologo Dexter Morgan. Non starò qui a postare riassunti da Wikipedia, anche non seguendolo quasi tutti sanno di cosa sto parlando. In questa serie il serial killer più famoso della tv ne ha passate di tutti i colori, sia a livello personale a causa della malattia di Michael C. Hall che a livello di personaggio: con il passare delle stagioni il contraccolpo sul plot si è sentito eccome.

!!! Attenzione Spoiler Alert fino alla Stagione 6 !!!

Le migliori stagioni per quanto mi riguarda sono la prima, con Rudy fratello maggiore perso e ritrovato come Ice Truck Killer, e la quarta, con la nemesi per eccellenza Trinity Killer interpretato da John Lithgow e il finale shock con la morte di Rita inferta proprio per mano sua. Se nella seconda, quella con l’inglesina schizzata, si teneva comunque un buon livello, nella terza con il procuratore allievo serial killer molti dettagli mi hanno fatto storcere il naso. Il fondo del barile lo abbiamo toccato nella quinta stagione con la vittima salvata e diventata aiutante serial killer Lumen (uscita di scena nel pessimo modo «Gli omicidi mi hanno cambiata, Dexter devo andare via, ciao» perché Julia Stiles non ha voluto rinnovare il contratto) e con la sesta stagione caratterizzata dalla deriva pseudo-religiosa e da una fantasia di rapporto incestuoso tra Dexter e Deb (vi prego risparmiatecelo). Per non parlare di tutte le inutili storie secondarie di Quinn, Baptista e La Guerta, e dell’abitudine conservatrice degli autori che riportavano ogni stagione allo status quo iniziale, come se non fosse successo niente. Cos’ha salvato la serie? Semplice: il SUPER-MEGA-IPER-CLIFFHANGER degli ultimi secondi nella season finale della sesta stagione, ossia Debra che coglie Dexter sul fatto.

!!! Attenzione Spoiler Alert: Stagione 7 Episodio 7 !!!

Ok, “salvato” è una parola grossa, gli autori stanno provando a riportare Deb nei binari della normalità ma credo che il bello della serie ora come ora sia proprio la sua instabilità. La trama si completa con le indagini di LaGuerta convinta che il Bay Harbour Butcher sia ancora vivo, Deb che cerca di proteggere il fratello, la mafia ucraina che corrompe Quinn ma soprattutto Hannah interpretata dalla sempre fantastica Yvonne Strahovski (Sarah Walker in Chuck). Chi è Hannah? Durante l’adolescenza si fa abbindolare dalle promesse di un tizio più grande di lei, Wayne Randall, che girando l’America compie diversi omicidi. Una volta preso lei con la scusa dell’essere giovane e vulnerabile finisce giusto giusto in riformatorio. Randall, in prigione da un pezzo, annuncia di voler aiutare la polizia nel recupero di cadaveri ancora non scoperti e, una volta fuori a dare indicazioni, si suicida per i sensi di colpa. Così viene chiamata Hannah a finire questo lavoro, ma Dexter si rende conto che non è stata solo una spettatrice inerme, ha partecipato e ucciso anche lei. Dexter è completamente affascinato da Hannah, non riesce a starle lontano, ricambiato. Nasconde le prove del suo coinvolgimento diretto nel caso di Wayne Randall a Deb e inizia a indagare su altri suoi possibili omicidi (marito e datrice di lavoro), scova prove e, nell’episodio 7, la piazza sul tavolo. Nel momento in cui il Nostro alza il coltello ed è pronto a colpire ho iniziato a pensare «No no no no no dai Dexter non puoi ammazzarla… Al massimo…», ed ecco che pianta la lama sul tavolo, poi nella foga la libera dalla plastica, e succede, si abbandonano all’amore alla foga. «Al massimo…» intendevo questo. Per complicare il tutto è apparso anche lo scrittore di un libro su Wayne Randall convinto che Hannah abbia avuto un ruolo attivo nella vicenda. Riesce a strappare un appuntamento a Deb durante il quale espone la sua teoria e evidenzia le prove volutamente tralasciate da Dexter. Sento che succederà un casino. Vedremo dove andranno a parare, ricordando che c’è questa settima stagione da finire ma anche un’ottava (e ultima?) da regalarci.